LA PARCELLIZZAZIONE DELLA SINISTRA E LA SUA IRRILEVANZA

VIAGGIO A SINISTRA, PARTE 1

A sinistra del PD il vuoto pneumatico. Perché?

Risulta difficile trovare una data per identificare l’inizio della decadenza della sinistra italiana. C’è chi fa risalire il declino alla sconfitta di Occhetto nel 1994, chi invece identifica il regno di D’Alema come l’inizio della fine. Ciò che è certo è che la situazione desolante che sta sperimentando la sinistra italiana è figlia primigenia del Partito Democratico. Con questo partito è iniziato lo spostamento verso il centro di quello che una volta era una formazione di centro-sinistra con correnti di sinistra vera. Questo riallineamento ha causato una serie di scissioni infinite che hanno indebolito quest’area politica. Il nostro viaggio, o sarebbe meglio dire la nostra discesa agli Inferi, parte dal tentare di dare un ordine all’universo di sigle della sinistra italiana.

Lista dei partiti di sinistra italiani

Potere al Popolo (PaP)= Coordinatori nazionali: Viola Carofalo e Giorgio Cremaschi. Questo movimento è un’unione tra associazioni, centri sociali e vari gruppi dell’estrema sinistra italiana. Al suo interno si trovavano anche Rifondazione Comunista, Sinistra Anticapitalista e il PCI ma sono tutti fuoriusciti nel 2018. In questo momento si trova in un limbo che ne mette in pericolo l’esistenza stessa. Nonostante la numerosa presenza comunista, PaP si include nei partiti di sinistra a causa del suo carattere riformista.

Liberi e Uguali (LeU)= Leader: Pietro Grasso. Formazione attualmente al Governo. Dopo un inizio promettente il progetto si è totalmente arenato. In questo momento è, di fatto, un partito fantasma di fatto senza elettorato.

Possibile= Segretario: Beatrice Brignone. Partito che aderì a LeU per le Politiche del 2018. Il fondatore fu Pippo Civati. Il futuro del movimento è ora in dubbio dati i numerosi abbandoni.

Articolo 1= Segretario: Roberto Speranza. Partito che aderì a LeU per le Politiche del 2018. Esprime un ministro (che è anche segretario), quello della salute. L’attuale peso elettorale è un mistero.

Sinistra Italiana= Portavoce: Nicola Fratoianni. Partito che aderì a LeU per le Politiche del 2018. Difficile collocare la sua influenza sull’elettorato italiano in questo momento. Anche questo partito aveva grandi aspettative che ha decisamente deluso.

Federazione dei Verdi= Coordinatore: Angelo Bonelli. I Verdi non hanno mai fatto grande presa sull’elettorato italiano ma questo rimane il partito dichiaratamente di sinistra più longevo tra tutti quelli finora citati.

Sottolineiamo la presenza del movimento Patria e Costituzione il cui ispiratore è Stefano Fassina. Non si sa se questa nuova “creatura” si trasformerà in un vero partito politico e quindi si presenterà alle future elezioni, staremo a vedere.

Risultati elettorali

Partiamo dalle elezioni più recenti: le Europee del 2019. Si sono presentate due liste di sinistra. Da una parte Europa Verde, formata da Possibile e dalla Federazione dei Verdi. L’ideologo e fondatore di Possibile, Pippo Civati ha sconfessato la scelta dei suoi compagni di partito non approvando questa alleanza. Fatto sta che alle Europee questo strano binomio ha ottenuto il 2.32%. Dall’altra abbiamo La Sinistra, formata da Sinistra Italiana, Rifondazione e i rimasugli de L’Altra Europa con Tsipras. Questo vero e proprio miscuglio ha preso l’1.75%. Percentuali risibili. Alle Politiche del 2018 la musica non cambia di molto. LeU che, come abbiamo già visto, ingloba quasi tutti i partiti della sinistra italiana prende il 3.39% alla Camera e il 3.28% al Senato. Insomma, l’unione di tutta la sinistra italiana entra in Parlamento per il rotto della cuffia. Potere al Popolo invece è nettamente più indietro. 1.06% al Senato e 1.13% alla Camera. La domanda che si pongono molte persone è sempre la stessa. Perché non unirsi?

I motivi del crollo

Ma quali sono le ragioni che possono giustificare un crollo del genere? In primis c’è il mancato mantenimento dei voti del PCI. Infatti chi era più moderato e centrista ha cominciato a votare il PD, chi invece era davvero di sinistra si è totalmente disperso. Così i dati ci dicono che alle politiche del 2018 il 35% di chi votava PCI nel 1987 ora vota M5S, il 20% si astiene e solo il 15% vota un partito di sinistra (il 10% vota LeU, il 5% vota PaP). Oltre a questo il problema principale è la totale sconnessione dalla realtà che ha investito tutta la Sinistra. Un’area politica che si è imborghesita, abbandonando totalmente le periferie ed entrando nelle ZTL. Quindi ora troviamo spazi che sono sempre stati di sinistra essere invasi e monopolizzati quando va bene dai cinque stelle, quando va meno bene dalla destra e quando va proprio male dall’estrema destra. Il caso lampante sono le periferie romane dove è in atto una guerra tra poveri, fomentata dalla destra che incolpa del disagio sociale i migranti sotto lo sguardo totalmente assente della sinistra. Sinistra che ha abbandonato il campo dov’era più forte: quello dei diritti sociali. Seguendo la distruttiva tendenza del PD, la Sinistra ha abbracciato un rapporto liberal alla Tony Blair/Hillary Clinton. Questo processo, iniziato da Renzi, ha coinvolto tutta l’area politica qui presa in considerazione. Si è arrivati alla paradossale situazione cui è la Lega, quindi la destra, a difendere i diritti dei lavoratori, terreno di sinistra per eccellenza. L’appoggio a tutti i vari governi che in questi anni hanno portato avanti misure fortemente anti popolari non hanno aiutato così come il gridare continuamente al pericolo fascista e populista. Tenendo ben presente che il PD non è un partito di sinistra ma nemmeno di centro sinistra, perché allora chi appartiene davvero a questa area politica ha seguito la strada tracciata da un partito che non la rappresenta? Difficile a dirsi. Probabilmente per la voglia di apparire nuovi. Il PD si vantava di dare modernità a un contesto politico troppo ingessato in dinamiche politiche che reputava antiquate e quindi tutti gli sono corsi dietro. Ma così facendo hanno distrutto la Sinistra italiana. Sinistra che ha un vizio di esterofilia particolarmente deleterio. Da Tsipras a Podemos si guarda e si guardava troppo e male all’estero. Perché non prendere esempio da Corbyn o da Melanchon? Di certo esempi migliori da cui si può imparare qualcosa. Insomma le ragioni dietro questo crollo sono politiche e ideologiche, condite da palesi errori di strategia.

Che fare?      

Si chiedeva questo Lenin nel 1902 e proponeva la fondazione di un partito operaio per la rivoluzione. Posto che la Sinistra italiana è oramai riformista e socialdemocratica in maniera irreversibile, ci vuole un partito vero. Il primo obiettivo deve essere quello della riconquista degli spazi che sono indubbiamente di sinistra. Periferie, fabbriche e luoghi disagiati. Tornare dalla gente per cercare di cambiare rotta a costo di sembrare, usando un termine aberrante e vuoto di significato, populisti. Quindi riorganizzarsi mettendo al primo posto i diritti sociali senza dimenticare quelli civili. Ribaltando l’odierno paradigma che vede i diritti civili difesi, giustamente, al massimo ma usati come specchio per le allodole in modo da nascondere il completo abbandono della difesa dei diritti sociali dei lavoratori e del popolo in generale. In conclusione, uscire dai palazzi del potere, a costo di perdere il governo, e tornare a radicarsi con decisione sul territorio. Al centro devono essere messi le periferie delle città e della nostra società: i dimenticati, i poveri, gli ultimi. Così da far tornare la sinistra quel faro di progresso che, con tutti i difetti possibili, è sempre stato.

Pubblicato da unaltropuntodivista

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