Morire per Castelrosso

Le ragioni per cui la Turchia è un pericolo

Ottantuno anni fa la stampa francese si poneva un quesito tanto immediato da rimanere per molto tempo nell’immaginario comune: vale la pena morire per Danzica? Nel 1939 la città, adesso polacca ma all’epoca sotto l’egida della Società delle Nazioni, era entrata nel mirino di Adolf Hitler e i venti di guerra soffiavano prepotentemente così l’opinione pubblica transalpina si chiedeva se fosse necessario il sacrificio di giovani compatrioti per salvare una città polacca a maggioranza etnica tedesca. La domanda retorica aveva come risposta un “no” che si rivelerà inascoltato. Ora, volendo fare un paragone un po’ provocatorio, al posto di una città costiera mitteleuropea c’è un’isoletta davanti all’Asia Minore, al posto del Fuhrer c’è un sultano e al posto della Polonia, la Grecia. Ma limitarsi a una semplicistica “reductio ad Hitlerum” sarebbe un errore grave. Erdogan non è Hitler e la Turchia non è la Germania nazista. Ma è un pericolo e ci sono ragioni strategiche e ideologiche per osteggiare la Turchia e dare manforte alla Grecia.

Mare Nostrum

L’Italia non può ricavare vantaggi dal perdurare dell’aggressività turca. Abbiamo già subito pesantemente la loro iniziativa in Libia. Erdogan ha dirottato le milizie che facevano il suo gioco in Siria nella nostra ex colonia. Il nostro ospedale a Misurata è stato dismesso e Al-Serraj è, di fatto, diventato un luogotenente del dittatore turco. La presenza del Sultano alle nostre porte è preoccupante e non vale molto essere dalla stessa parte in questo contesto. La Libia è uno stato fallito e l’Italia ha puntato su un governo che resiste solo perché sostenuto da milizie di estremisti islamici foraggiati da Ankara e la cui credibilità è fortemente minata da una serie lunghissima di sconfitte ed errori. Vedere la Turchia spadroneggiare anche nel Mediterraneo orientale sarebbe un disastro geopolitico e un colpo per gli interessi delle nostre aziende e della nostra Nazione in una regione fondamentale. Ma l’aggressività turca nei confronti della Grecia è un problema anche per l’UE e per gli USA. La Grecia, abbandonata dai presunti alleati europei, è pronta ad approfondire e ampliare i rapporti con la Russia. Mentre sia Israele sia la Francia si sono mosse per aiutare Atene. I francesi si sono dimostrati i più solidali in Europa. Le loro azioni decise hanno permesso alla Grecia di sentirsi più protetta e sono stati i primi a opporsi alle mire espansionistiche neo ottomane. Ma Israele, un partner fondamentale per gli USA, potrà essere il vero ago della bilancia per fermare definitivamente l’imperialismo islamico della Turchia. A questo proposito sono da accogliere favorevolmente gli abboccamenti diplomatici greco-israeliani e con ancor più favore si segnalano le esercitazioni belliche tra le marine militari di Cipro, Grecia, Francia e Italia. Erdogan conosce solo il linguaggio dei muscoli e bisogna usare il suo modo di comunicare per farsi capire. Infine gli USA devono prestare attenzione. Negli ultimi tempi i rapporti tra Grecia e Russia si sono intensificati e l’amministrazione nordamericana non si può permettere che un alleato storico e fedele possa essere tentato dal nemico.

Solidarietà e libertà

Ma se i motivi per cui l’espansionismo turco è dannoso geopoliticamente a mezzo mondo sono palesi, i motivi ideologici per sostenere la Grecia contro la Turchia sono ancora più pregnanti. Erdogan è un dittatore che calpesta la libertà di parola, imprigiona i dissidenti e inscena colpi di Stato per far fuori chi lo avversa. Sfrutta letteralmente milioni di disperati esseri umani per ottenere soldi e potere. Il suo essere un vile ricattatore rende odiose le sue azioni. Egli afferma che la Grecia è indegna dell’eredità bizantina ignorando che questa eredità è stata calpestata quando ha trasformato Hagia Sophia e l’ex chiesa ortodossa, ora museo, di Kariye in moschee. Il suo Islam è una sintesi di tutto ciò che c’è di negativo nella religione del profeta: esasperato tradizionalismo, aggressività espansionistica e un bigottismo pervasivo. Infine la Grecia è la culla della nostra civiltà. I nostri valori hanno le loro radici in questa zona d’Europa e noi italiani abbiamo una connessione millenaria con la repubblica ellenica. Oltre alle ragioni geopolitiche, che sono numerose e considerevoli, ci sono ragioni ideologiche per sostenere la Grecia. Chi ama la solidarietà e la libertà non può tacere davanti all’aggressività turca.

In conclusione le ragioni per considerare la Turchia un pericolo sono molte così come sono molteplici i motivi per cui la Grecia deve essere sostenuta senza tentennamenti e senza indecisioni. Si spera che non si arrivi a morire per Castelrosso, isola simbolo delle ingerenze di Ankara nei territori di Atene, ma qualcuno deve fermare Erdogan.

Pubblicato da unaltropuntodivista

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