La politica demografica di Israele

Un’arma importante per lo Stato Ebraico.

L’ultimo conflitto tra Israele e Palestina ha accesso, nuovamente, i riflettori su una zona di mondo che sembra incapace per sua stessa natura di trovare la pace. Tra i molteplici aspetti analizzati da questa nuova sanguinosa disputa c’è anche la questione demografica. La “superiorità numerica” degli ebrei nei confronti degli arabo-palestinesi è sempre stata un’ossessione per alcuni settori della leadership di Tel Aviv. L’obiettivo, per citare uno studio dello statistico italiano naturalizzato israeliano Sergio Della Pergola, è “preservare una chiara e indiscussa maggioranza all’interno della popolazione della Nazione. Questo è un requisito cruciale per il futuro di Israele come uno Stato ebraico e democratico”. Le parole di Della Pergola sono indicative di un sentimento diffuso nella Nazione della Stella di David. I trend di crescita della popolazione che si vedranno tra poco riflettono questo modo di pensare che può essere definito, con accezione totalmente neutrale, primo novecentesco. Infatti come la Nazioni europee domandavano alle proprie famiglie di avere più figli, cioè più soldati, anche Israele e gli Arabi tentano di usare la demografia come arma. Arafat anni fa espresse pubblicamente il potenziale di una rapida crescita della popolazione palestinese tuttavia gli Israeliani non sono rimasti a guardare.

Premessa

La popolazione israeliana ha recentemente superato i nove milioni. Tra essi, il 74.3% sono ebrei, il 20.9% Arabi. Il restante si divide tra Drusi, Cristiani e altri. Non sono cittadini dello Stato d’Israele i circa 4.55 milioni di palestinesi che si dividono tra le tristemente famose striscia di Gaza, Est Gerusalemme e Cisgiordania. Di conseguenza non sono conteggiati nelle statistiche che riguardano Israele. Per quanto riguarda le religioni troviamo, ovviamente, al primo posto la religione ebraica con il 74.3% di fedeli, i musulmani sono circa 1.5 milioni cioè il 17.8%, i cristiani si attestano al 2% quindi più o meno 167mila persone e infine si contano 138300 drusi. È importante comprendere il peso specifico delle religioni in quanto Israele, come si sa, non ha vissuto quel processo di secolarizzazione che ha interessato invece l’Occidente ed è quindi una Nazione dove la religiosità ha un ruolo centrale.

Le religioni di Israele
La composizione etnica di Israele

La demografia d’Israele

Il tasso di fertilità dello Stato d’Israele è il più alto del mondo sviluppato e si attesta sui 3.05 figli per donna. Se si paragona questo dato a quello delle Nazioni vicine a Tel Aviv si notano particolari interessanti. La Giordania ha 2.7 figli per donna, il Libano 2.1, l’Egitto 3.3 e la Siria 2.8. Tuttavia in Giordania, Siria e Libano si assiste a un costante calo da oramai qualche decennio. La fertilità egiziana invece è ondivaga. Tra parentesi tali cifre per l’Italia, e per il resto dell’Occidente, sono ad oggi impensabili. Così come è impensabile competere con il ritmo di crescita di Israele che, costante nel tempo, arriva al 2%. Ed è proprio la costanza l’arma in più della crescita demografica israeliana. Infatti tutti i grafici indicano un andamento regolare sia per quanto concerne la fertilità sia per il tasso di crescita. Per adesso non ci sono segni che possano far pensare a una modificazione, non per forza drastica, di queste statistiche. Quindi se i numeri dovessero mantenersi stabili, come è accaduto negli ultimi cinquanta anni, la popolazione israeliana arriverebbe a toccare i 15.7 milioni nel 2050 e i 20 milioni nel 2065. Questa è un’eventualità molto probabile. Se anche si tenesse fede alle proiezioni più pessimiste, gli israeliani nel 2050 saranno 12 milioni, nel 2065 i milioni di abitanti dei territori di Tel Aviv sarebbero 14.6. La maggioranza ebraica, che Della Pergola razionalmente mette come fondamento dell’esistenza stessa dello Stato d’Israele, sarebbe mantenuta grazie ai trend palestinesi, contrari a quelli israeliani come si vedrà tra poco.

Tasso di fertilità comparato
Tasso di fertilità comparato con potenze arabe

Paragone Israele-Palestina

Le direttrici su cui si muove la politica di Tel Aviv per quanto riguarda la demografia sono tre: mantenere la crescita della popolazione per ragioni di sicurezza, avere una Nazione con un’età media bassa e, infine, essere capaci di competere anche demograficamente con i Paesi Arabi. Israele da questo punto di vista sta vincendo la sua lotta contro la Palestina. Quest’ultima cresce molto più lentamente e il suo tasso di fertilità sta notevolmente calando. Ciò non significa che ci sia un’emergenza demografica, assolutamente. Tuttavia se si comparano i dati palestinesi con quelli di Israele si vedrà che mentre da una parte la crescita demografica è continua e la fertilità stabile da decenni, dall’altra la prima si è arrestata e la seconda è in calo continuo da anni. Segnali che, per quanto siano ancora in una fase molto preliminare, un trend c’è ed è chiaramente a favore di Israele.

Crescita delle popolazione di Israele e Palestina comparata
Tasso di fertilità dei palestinesi
DATEVALUECHANGE, %
20203.5-1.99 %
20193.6-2.28 %
20183.6-2.54 %
20173.7-2.76 %
20163.8-2.81 %
20154.0-2.75 %
20144.1-2.56 %
20134.2-2.29 %
20124.3-2.02 %
20114.4-1.74 %
20104.4-1.49 %
Tabella sulla crescita della popolazione palestinese

Ebrei e Arabi

La situazione si profila ancora più chiaramente se si prende in considerazione la situazione interna a Israele. La popolazione ebraica è cresciuta dell’1.8%, quella araba del 2.4%. Ciò sembrerebbe deporre a favore di chi vede in pericolo la superiorità numerica dei primi sui secondi. In realtà la crescita degli Arabi è crollata rispetto agli anni ’90 quando si assestava sul 3.4%. Un punto percentuale perso in trent’anni. Ma non finisce qua. Il 2018 è stato un anno storico perché per la prima volta la fertilità delle donne ebree ha superato quella delle donne arabe. Ciò è testimoniato anche dal numero degli scolari in prima elementare. Nel 2007 gli arabi erano il 29.7%, nel 2016 il 24.3% e nel 2020 il 22.5%, gli studenti ebrei sono passati invece dal 75.7% del 2016 al 77.5% La differenza la stanno facendo le famiglie ebree secolarizzate. Se da un lato infatti gli Haredi, cioè gli ultraortodossi che corrispondono al 12% della popolazione, hanno sempre avuto moltissimi figli, dall’altro le famiglie moderatamente religiose stanno avendo tassi di fertilità elevati. Questa statistica traina la crescita demografica delle famiglie ebree d’Israele e si sta rivelando la vera arma in più per mantenere il controllo numerico su questa travagliata terra.

Tassi di fertilità di ebrei e arabi comparati
Tassi di fertilità delle donne ebree divise per osservanza

Il fattore immigrazione

Israele ha anche dalla sua parte l’immigrazione degli ebrei della diaspora. Negli ultimi anni il numero di arrivi è sempre stato stabile, ad esclusione del 2020 falcidiato dal Covid. L’immigrazione è favorita da una legge degli anni ’50, emanata soprattutto grazie a David Ben Gurion. Consiste nel garantire la cittadinanza israeliana a tutti gli ebrei che rientrano nella Terra Promesso a patto che rimangano a viverci e che, se sono nella giusta età, compiano il servizio militare. I numeri sono in calo rispetto alla grande affluenza degli anni ’50 tuttavia raggiungono ancora numeri considerevoli. Ad esempio nel 2019 sono entrati in Israele 34000 immigrati mentre nel 1970, anno in cui la tensione con i Paesi Arabi era molto alta, furono 36750.

YearImmigrants
  
202019,713
201934,000
201830,300
201728,598
201625,977
201527,908
201424,120
201316,929
201216,560
201116,893
201016,635
200914,575
200813,701
200718,131
200619,269
200521,183
200420,899
200323,273
200233,570
200143,473
200060,201
199976,766
199856,730
199766,221
199670,919
Tabella con il numero di immigrati

Conclusione

Si deve tener ben presente che la superiorità demografica di Israele non è ancora chiara. Il tasso di fertilità delle donne arabe e palestinesi rimane alto, soprattutto rispetto agli standard occidentali. Tuttavia è innegabile notare due trend opposti. Da una parte la popolazione ebraica, che mantiene una supremazia assoluta all’interno dello Stato d’Israele, ha tassi di crescita e fertilità stabili e in crescita. Dall’altra la popolazione palestinese e araba ha i medesimi dati in calo da decenni. Il fatto che si partisse da tassi di fertilità altissima mitiga notevolmente il calo che di conseguenza si nota di meno. Tuttavia esso è ben presente anche perché Israele ha pianificato le sue politiche demografiche e di immigrazione con grande intelligenza: Israele ha sviluppato un sistema di sostegno alle famiglie con figli che comprende la scuola gratis dai tre anni in su, fondi per la fecondazione in vitro e assegni famiglia. Tale pianificazione è mancata alle autorità arabe-palestinesi che si sono sempre affidate al potere della tradizione. Tuttavia i pericoli che Israele venga schiacciato dalla popolazione araba è totalmente strumentale all’élites di Tel Aviv. I dati infatti parlano chiaro.

Pubblicato da unaltropuntodivista

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