Considerazioni sul G7 e sul vertice NATO

Il G7 e il vertice NATO appena avvenuti hanno avuto il risultato di identificare il nuovo nemico numero uno: la Cina. Rimane invece sullo sfondo l’avversario di sempre: la Russia. Mosca si vedrà sempre più accerchiata quando, e non “se” visto che oramai è questione di tempo, l’Ucraina entrerà nella “salvifica” NATO. Ma si stava parlando di Cina. Pechino costituisce un pericolo per l’Occidente perché, come detto e ripetuto da molteplici esponenti politici e non nostrani, propone un diverso sistema. La Cina deve ancora migliorare notevolmente sotto molti aspetti ma non è un’autocrazia come Draghi ha affermato. Inoltre la scelta del nostro primo ministro di rivedere gli accordi sulla Nuova Via della Seta è molto opinabile. Gli attacchi contro il Celeste Impero, intensificati negli ultimi giorni, sono in realtà strumentali e l’unico che ci guadagna è Joe Biden, colui che era stato definito da alcuni filo-cinese si è presto smentito facendo festeggiare i falchi di Washington tra cui la sua vice presidente. Sleepy Joe è riuscito nel suo intento di ricompattare le linee, soprattutto in Europa e soprattutto in Italia, il ventre molle dell’Occidente. Ma il problema è che si sta imboccando una strada che porterà a un rapporto conflittuale tra la Cina e l’Occidente. Tutto ciò senza capire che non è necessario tutelare gli interessi di un Impero in decadenza che ragiona con categorie di pensiero della Guerra Fredda. Il mondo è cambiato, nuovi attori stanno facendo la loro apparizione, perché dovremmo rimanere legati mani e piedi a Washington precludendoci mercati e opportunità? Perché affrontare a muso duro la Cina, usando il grimaldello dei diritti umani, quando si sa benissimo che le potenzialità del rapporto con Pechino sono alte a tutti i livelli? Perché non sviluppare la cooperazione economica e politica in nome di un mondo più pacifico, multipolare? Un portavoce dell’ambasciata cinese a Londra ha affermato che sono finiti i tempi in cui un piccolo gruppo di Nazione decideva per tutti. Pechino e la sua politica possono piacere o non piacere ma ciò che è stato detto da quel funzionario è oggettivamente vero. Il mondo è cambiato e l’Occidente si trova davanti a un bivio: aggrapparsi agli USA e affrontare Cina e Russia in modo conflittuale oppure scegliere la cooperazione e provare a migliorarsi l’un l’altro. Quale sia la scelta migliore mi sembra sia chiaro ma si avrà la forza e il coraggio per farla?

Pubblicato da unaltropuntodivista

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