La Francia e il radicalismo islamico

Come può fare la nazione campione del laicismo a sconfiggere l’estremismo religioso?

Dal 2004 al 2019 sono stati dieci gli attacchi terroristici maggiori a matrice islamico-radicale che hanno coinvolto la Francia. Oltre a ciò, si aggiungono gli innumerevoli attacchi a chiese e sinagoghe e le aggressioni a forze dell’ordine (vedasi l’assalto al commissariato di Champigny-Sur-Marne) e cittadini comuni come, notizia di pochissimo tempo fa, la decapitazione del professore Samuel Paty “colpevole” di aver mostrato alcune vignette satiriche su Maometto in una lezione sulla libertà di espressione. Lo studente ceceno che lo ha ucciso, proveniente da una famiglia radicalizzata, non gli ha perdonato l’affronto e una testa è rotolata all’urlo di Allah Akbar. Come risolvere il problema del radicalismo islamico che sta facendo così tanti danni alla Francia?

I numerosi problemi

Partiamo da un dato di fatto: la colpa della situazione che sta inghiottendo la Francia è della Francia stessa. I transalpini hanno pagato la loro incapacità di integrare le masse di immigrati che scappavano dalle ex colonie depredate e impoverite dalla madrepatria. La ghettizzazione è stato un fenomeno che ha fatto perdere il controllo della situazione al Governo centrale portando a due gravissime conseguenze: da una parte la nascita di vere e proprie enclave dove regna la Sharia’a e lo Stato è totalmente assente. Dall’altra la reazione di settori della destra francese che si sono scagliate contro gli immigrati puntando alla xenofobia e all’islamofobia, soffiando sul fuoco della guerra tra poveri. Ci ritroviamo così alla situazione attuale con Macron che dichiara guerra al “separatismo islamico” dopo non aver fatto nulla per integrare gli immigrati di seconda generazione che scappano dal suo Paese per andare a combattere con l’ISIS e ora ritornano creando problemi assai gravi in Patria. La Francia si ritrova così nelle Forche Caudine, tra un numero sempre più ampio di radicalizzati (quasi 20000 segnalati dai servizi segreti) e una destra che approfitta dei problemi dei cittadini comuni per fini elettorali.

La soluzione nella Storia

La Francia ha una fortissima tradizione di laicismo, frutto di anni di lotte contro la chiesa cattolica. Il governo dovrebbe quindi guardare a ciò che i predecessori hanno fatto. Ma c’è un punto da cui partire: l’educazione. I francesi devono tornare a educare le loro nuove generazione alla laicità. Non è accettabile che la vita pubblica sia influenzata dall’islamismo come potrebbe accadere tra poco tempo e come accadde nell’800 con il cattolicesimo. Ma il modo in cui si è arrivati alla completa laicità, obiettivo che dovrebbe essere comune a tutte le Nazioni, è stato tortuoso e non privo di duri scontri. A costo di risultare illiberale ed essere accusato di negazione della libertà di pensiero il governo francese deve riconquistare il proprio territorio perduto. Chiudere le moschee che radicalizzano i giovani, espellere gli imam che assecondano queste tendenze cooptando le componenti moderate dell’islam francese per avvantaggiare il ritorno della legalità laica statale nelle banlieue perdute così da evitare episodi come la guerriglia di luglio tra ceceni e marocchini a Digione. Si devono inoltre rimpatriare gli individui che si sono radicalizzate o sono tornati dai teatri di guerra dove hanno combattuto per loro assurda causa. La Francia di fine 1800 ebbe la forza di laicizzare l’istruzione, controllare la Chiesa cattolica ed estromettere un potere retrogrado da ogni tipo di controllo sulla vita pubblica. Questo successo è ora minacciato da un nuovo soggetto oscurantista: l’Islam radicale. Oggi come allora la religione deve tornare a riguardare l’individuo senza coinvolgere la collettività statuale.

Quindi l’azione dello Stato deve essere decisa e seguire la strada dell’educazione come strumento per sollevare le masse dall’ignoranza che alcuni criminali in veste religiosa sfruttano per fini ignobili. Ma laddove non si arriva con l’educazione, si deve trovare una soluzione. Come nel 1880 si chiudevano le chiese e si cacciavano i preti, se sarà necessario si dovranno chiudere le moschee e cacciare gli imam. Al loro posto ci vorranno scuole e insegnanti, senza paura e senza retorica da quattro soldi sullo scontro tra civiltà.

Pubblicato da unaltropuntodivista

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