Presentazione ministri

Chi sono i nuovi ministri del governo Draghi?

-Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà: pentastellato già ministro per lo stesso dicastero nel governo Conte. Laureato in economia.

-Innovazione tecnologica, Vittorio Colao: ex amministratore delegato della Vodafone nonché dirigente ad alti livelli di Morgan Stanley e Mckinsey&Company. Già presidente della commissione creata da Conte per la ripartenza del Paese post coronavirus.

-Pubblica amministrazione, Renato Brunetta: dirigente di lunga data di Forza Italia, non ha bisogno di grandi presentazioni. Di formazione craxista, è un fedelissimo di Berlusconi.

-Affari regionali, Mariastella Gelmini: deputata dal 2006, altra fedelissima del Cavaliere. Fu protagonista della contestatissima riforma dell’istruzione che portò a un massiccio taglio del personale. Una delle più potenti picconate alla scuola pubblica

– Ministro per il Sud, Mara Carfagna: terza esponente di Forza Italia, già ministro nel governo Berlusconi IV.

-Ministro per le Politiche giovanili, Fabiana Dadone: avvocato, già ministro per le Pubblica Amministrazione. Appartiene ai Cinquestelle.

-Pari opportunità e alla Famiglia, Elena Bonetti: matematica, molto attiva nel campo dello scautismo di matrice cattolica. Ministro per le Pari Opportunità nel Conte II, è passata a Italia Viva dal PD. Interessante la sua presa di posizione durante la pandemia. Con praticamente tutte le attività di ogni tipo chiuse, Bonetti ha aspramente criticato il suo primo ministro per la decisione di impedire i riti religiosi per questioni sanitarie. 

-Ministro per le Disabilità, Erika Stefani: deputata leghista, già ministro per gli Affari regionali del Conte I.

-Ministro del Turismo, Massimo Garavaglia: alla testa del nuovo ministero c’è un ex viceministro e sottosegretario all’economia leghista. Sindaco, assessore regionale, deputato e senatore. Nel 2015 viene indagato per turbativa d’asta, è assolto nel 2019.

-Esteri, Luigi Di Maio: ex capo politico del Movimento 5 Stelle. Già ministro per il Lavoro, è confermato agli Esteri. La sua azione in questo campo si è rivelata essere confusionaria e poco chiara. Nonostante ciò viene confermato ma la partita più importante per lui e i suoi colleghi di partito si gioca fuori dai palazzi del potere. La possibilità che questa alleanza si riveli un boomerang per il Movimento è molto alta.

-Interni, Luciana Lamorgese: anche lei confermata. Ex prefetto. Ha modificato i decreti sicurezza di Salvini venendo incontro a coloro che ne richiedevano l’abolizione perché contrari ai diritti umani. Tuttavia ha mantenuto intonse le parti di tali decreti che ledono il diritto di manifestare come ad esempio il vergognoso reato di blocco stradale

-Giustizia, Marta Cartabia: ex presidente della Corte Costituzionale, accademica e giurista. Molto vicina al movimento cattolico di Comunione e Liberazione, ha espresso la sua contrarietà riguardo i matrimoni omosessuali, l’eutanasia e l’aborto.

-Difesa, Lorenzo Guerini: confermato anche lui nel suo ruolo. Esponente del PD. Ex sindaco di Lodi ed ex presidente della Provincia di Lodi e del COPASIR. Di comprovata fedeltà atlantica e ben visto da Washington, è stato il principale fautore dell’aumento di budget alla Difesa.

-Economia, Daniele Franco: ex direttore generale di Bankitalia ed ex ragioniere di Stato. Il suo rapporto con i 5stelle è pessimo e venne attaccato da Di Maio durante il Conte I. Considerato un fedelissimo di Draghi, è un tecnico.

-Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti: leghista. Rappresenta l’ala europeista della Lega. Lui e Zaia hanno spinto un riluttante Salvini a isolare gli euro tiepidi Borghi e Bagnai e ad appoggiare Draghi. Considerato un uomo “intelligente e molto stimato” dagli statunitensi. Sta scalando le gerarchie del suo partito molto velocemente e ne sta chiaramente influenzando le decisioni.

-Politiche agricole, Stefano Patuanelli: grillino, già ministro nel Conte II. Viene definito un pentastellato moderato e fu tra i fautori dell’alleanza con il PD e Italia Viva che portò al Conte II.

-Transizione ecologica, Roberto Cingolani: direttore dell’Istituto italiano di tecnologia dal 2005 al 2019 e successivamente responsabile dell’innovazione tecnologica per Leonardo s.p.a, la più grande azienda militare italiana, per il 30% di proprietà statale.

-Infrastrutture, Enrico Giovannini: economista e statistico. Già presidente dell’ISTAT e ministro del lavoro sotto Letta quando vennero messe le fondamenta per l’abolizione dell’articolo 18 e per le deleterie riforme del mondo del lavoro. Ha creato il “Futuranetwork”, è molto favorevole a politiche “sostenibili” ed è un alfiere della svolta green.

-Lavoro e alle Politiche sociali, Andrea Orlando: due volte ministro. Di formazione comunista ma senza che vi sia traccia di questa eredità, è uno dei tre ministri del PD.

-Istruzione, Patrizio Bianchi: economista, è stato messo dal ministro Azzolina a capo di una commissione per sovraintendere la ripartenza delle scuole dopo il Covid. Tuttavia ritiene che il suo piano non sia stato seguito e per tale ragione ha rotto con l’ex ministro. L’ansia per vedere il suo progetto è molta anche perché le scuole hanno costituito un motivo di preoccupazione e un veicolo per i contagi in tutte le Nazioni che le hanno riaperte.

-Università, Cristina Messa: medico, dovrà quantomeno dare più visibilità alle università italiane che sono state parecchio trascurate durante l’emergenza da Covid.

-Beni culturali, Dario Franceschini: tiene il ministero già ricoperto durante i governi Renzi, Gentiloni e Conte II. In molti nei palazzi del potere credono che il suo vero obiettivo sia la presidenza della Repubblica e questa ipotesi appare molto vicina al vero.

-Salute, Roberto Speranza: unico ministro di LeU, anche lui è confermato al suo posto nonostante la gestione come minimo rivedibile della seconda ondata. Risulta abbastanza incredibile che abbia attraversato indenne la bufera che è stata sollevata dai servizi di Report che lo hanno visto protagonista in un caso di insabbiamento che coinvolgeva un documento presentata da alcuni studiosi dell’OMS. Tale documento era molto critico nei confronti della risposta italiana al Covid ed è stato insabbiato dal numero due dell’organizzazione mondiale della sanità Ranieri Guerra per non irritare il governo italiano. Ma Speranza non è stato nemmeno scalfito. Nel frattempo tutta Italia aspetta con trepidazione il suo libro su come abbiamo sconfitto la pandemia, doveva uscire a fine estate ma è stato rimandato. Draghi ha puntato ancora su di lui.

-Sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli: magistrato, ha ricoperto vari ruoli in diversi governi: Letta, Renzi, Berlusconi, D’Alema, Monti, Prodi II, Gentiloni e Conte I. Risulta quindi un uomo di governo con esperienza pluridecennale e coinvolto in ogni tipo di esecutivo composto da ogni tipo di maggioranza. Fu attaccato dal Movimento 5 Stelle per aver introdotto nella legge del bilancio del 2018 un finanziamento alla Croce Rossa Italiana, si dimise dopo l’approvazione di tale legge. Ora viene scelto da Draghi come sottosegretario.

Pubblicato da unaltropuntodivista

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