VERSO UN NUOVO BIPOLARISMO

Cina contro Stati Uniti, in palio l’egemonia mondiale post Covid19.

LEGENDA: I rettangoli rossi indicano la Cina e i suoi alleati, quelli blu gli Stati Uniti e i loro. I triangoli rappresentano gli alleati meno saldi. Le linee nere rappresentano le aree di possibile conflitto tra le due potenze. Le ellissi gialle rappresentano la Russia e la sua zona d’influenza.

Cercare di capire come sarà il mondo dopo questa devastante epidemia è impresa a dir poco ardua ma si stanno delineando dei particolari che possono aiutarci a ipotizzare l’ordine globale a cui assisteremo. Sono due gli attori principali: Cina e USA.  Ma andiamo ad analizzare la situazione interna ed esterna di Cina e Stati Uniti per poi provare a capire cosa accadrà in futuro.

La Cina

Abbiamo già visto la prepotente entrata cinese nel ricco mercato africano. La sensazione è che questa penetrazione continuerà in maniera sempre più marcata e incisiva. Ciò per due ragioni. La prima è che le potenze coloniali tradizionalmente egemoni nella zona, quindi gli stati europei tipo la Francia, si stanno progressivamente ritirando. Tuttavia la presenza in Africa, soprattutto della nazione transalpina, sarà particolarmente difficile da scardinare per la Cina. Ma il Celeste Impero ha il vantaggio di avere un’economia in piena e forte espansione a differenza di praticamente tutte le Nazioni dell’Unione Europea. Il secondo motivi è il disinteresse dell’amministrazione Trump per l’Africa. Continente in cui la presenza americana sta scemando, lasciando prezioso campo libero al diretto rivale. La Cina però soffrirà molto di più le conseguenze per la pandemia. Gli errori commessi saranno tutti presentati in conto e gli avversari economici e politici non perderanno l’occasione di attaccare la Cina ed evidenziarne le colpe. Per Xi il Covid19 è stato un duro colpo. In politica estera non stava sbagliando un colpo. Grazie alla Road and Belt Initiative, piano geopolitico con pochi precedenti nella storia, Xi e la Cina stavano attentando all’egemonia mondiale degli Stati Uniti. Tuttavia sfruttando i vuoti lasciati dall’Occidente, la Cina sta ancora adesso guadagnando spazio in Venezuela e soprattutto in Iran. Ma anche l’Europa incomincia a essere interessata dalle attenzioni cinesi. In Grecia il Pireo è sotto la loro gestione e Xi ha firmato con il governo italiano un accordo che inserisce, molto parzialmente, la nostra Penisola all’interno della sfera d’influenza cinese. In Europa la Cina sta attuando una politica geostrategica molto interessante. Sta puntando al ventre molle dell’Unione Europea. Cioè quelle Nazioni che hanno ottenuto solo svantaggi dall’UE. Quindi Grecia, Portogallo, Italia e Spagna sembrano essere i futuri obiettivi della Cina. Obiettivi difficili da ottenere ma il Celeste Impero non ha fretta ma soprattutto ha molte risorse. In questo senso il Covid19, che ha indebolito l’Unione e l’ha resa più disunita che mai, ha fatto un favore a Xi. La Cina ha più volte dimostrato (Iran, Venezuela) di sapersi muovere magnificamente tra i pertugi dei rapporti diplomatici.

Gli Stati Uniti

La pandemia sembrava aver fatto guadagnare tempo agli USA. Il Paese nordamericano stava tirando il fiato e si stava preparando a quelle che saranno le elezioni più scontate da parecchio tempo a questa parte. La vittoria di Trump appariva scontata. Il suo avversario, Joe Biden, era e rimane troppo debole per essere vero e il suo soprannome “Sleepy Joe” è quanto mai aderente alla realtà. Ma l’impennata dei contagi da Covid19 e soprattutto le violente rivolte razziali hanno scosso le fondamenta dell’Impero americano. Le elezioni sono un’incognita ed è chiara la volontà di un’ampia parte dello Stato di strumentalizzare le tensioni sociali contro The Donald. Detto questo la politica estera dell’amministrazione Trump è stata abbastanza schizofrenica. Da un lato ha riaffermato in maniera decisa la dottrina Monroe in America Latina, trattato da “giardino di casa” in maniera palese. Grazie all’alleanza con il Brasile di Bolsonaro, con la Colombia e con l’Ecuador, Trump ha scatenato l’offensiva. Prima il Venezuela di Maduro che però resiste a fatica e poi l’Ecuador di Evo Morales che invece è stato scalzato. Questa azione di riallineamento del Sud America alle politiche statunitensi fanno da contraltare a un Messico reso passivo aggressivo dalle politiche del presidente simil socialista Lopez Obrador. Tuttavia la linea dura portata avanti dagli USA di Trump sia in Venezuela sia in Iran rischia di essere controproducente perché apre quei pertugi che la Cina è abile a sfruttare. Abbiamo parlato di Iran quindi passiamo in Medio Oriente. Qui gli USA sono sembrati poco attivi ma la realtà è diversa. In Siria gli States hanno usato la Turchia e le sue mire neo ottomane da contraltare alla massiccia presenza russo-iraniana. La stessa dinamica si sta ripetendo in Iraq dove gli sciiti filo iraniani e i sunniti filo americani si stanno scannando per la supremazia sullo Stato. Le sorti della battaglia potranno pendere, nel prossimo futuro, dalla parte del Paese nordamericano data la cattiva salute che sembra attanagliare la Nazione dell’ayatollah. In questo senso, la pacificazione dell’Afghanistan e il tradizionale rapporto preferenziale con il Pakistan sono l’argine contro l’espansione dell’influenza cinese in Asia Centrale e in Indocina dove c’è il Vietnam, alleato di Xi. Ma passiamo all’Europa. Gli USA partono da una posizione di vantaggio clamorosa. Storici alleati dell’Inghilterra e di tutte le Nazioni del Vecchio Continente, la sfida per Trump sarà quella di non far cadere in tentazione le nazioni mediterranee e riaffermare l’atlantismo sarà un obiettivo primario in questo senso. Rientra in quest’ottica il potenziamento della NATO auspicato dal POTUS e l’affossamento del progetto francese dell’esercito europeo. Per ora il dominio a stelle e strisce sull’Europa sembra saldo.

Russia e India, quale futuro?

Oltre all’Europa la contesa sul dominio mondiale passa da India e Russia. Entrambe hanno abbandonato la corsa per essere una superpotenza. La Russia ha mostrato tutte le sue fragilità economiche, parzialmente mitigate dai successi in Siria che le hanno permesso un accesso trasversale ai mari caldi. Tradizionale obiettivo della politica estera russa. Nonostante ciò gli sconquassamenti interni, bassa natalità e crescita economica azzerata su tutti, influenzano le sue mire di grandezza e rendono la Russia un gigante dai piedi d’argilla. Per la Cina sarà decisivo creare un’asse con Putin. Se ciò accadrà gli USA dovranno fare i conti con un nemico potente. L’India invece ha deluso le aspettative. Non sono riusciti a superare i cronici problemi di stabilità interna e la presidenza Modi ha riacutizzato i conflitti infra religiosi. L’India, storica nemica e avversaria della Cina, è la chiave di volta asiatica per gli USA. Data anche la tensione che si sta alzando in questi giorni con scontri violenti e di difficile lettura ai confini. Il punto cardine per arginare la Cina direttamente nella sua zona d’influenza.

In conclusione, sono tre le partite decisive che si dovranno giocare: India, Russia ed Europa. Se la Road and Belt andrà in porto e l’alleanza con la Russia si cementerà allora la Cina potrà “assaltare il cielo”, usando una terminologia socialista che dovrebbe essere cara a Xi. Erodoto afferma che l’impero in declino, nel nostro caso gli USA, e l’impero in ascesa, la Cina, sono destinate al conflitto. Accadrà lo stesso anche ai nostri giorni?

Pubblicato da unaltropuntodivista

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